di Arianna Apicella
Mi era piaciuta una domanda
che lei
si era fatta ad alta voce e me l’ero segnata
nelle note del telefono.
“Se tutto quello che ho intorno a me scomparisse,
sarei ugualmente felice?”
Due mesi fa era una domanda
interessante
su cui meditare,
da tenere presente,
senza un reale contesto.
Oggi fare finta che casa mia sia il monte
su cui rifugiarmi dalla crisi
implica il non attraversare
questo momento decisivo
a cui nessuno era pronto.
La più bella delle mie amiche era sul balcone quando
ha visto il corpo d’un uomo cadere giù e
ha fatto in tempo a dire alla mamma di
entrare in casa per
proteggere i suoi ricordi futuri e,
qualche ora dopo,
riuscire a fare una battuta
di cui ridere per assicurarsi
di esserne ancora capaci.